Classificazione e descrizione delle tirature


Introduzione

L’attribuzione dei francobolli soprastampati ad una delle sei tirature è sempre possibile quando ci si trova di fronte a fogli interi o grandi blocchi. E' altresi' possibile per piccoli blocchi o esemplari singoli quando e' presente una delle numerosissime posizioni caratteristiche. Ogni foglio da cento valori (cinquanta per gli espressi) offre infatti minuscole varietà della soprastampa in posizioni note, chiamate posizioni caratteristiche “plattabili” (per alcuni fogli ve ne sono piu' di ottanta su cento), dove per “plattabile” si intende l’attribuzione certa di un valore ad una tiratura ed alla sua posizione nel foglio.

Quando non si riconosce una posizione caratteristica di tavola, la conoscenza delle caratteristiche generali (caratteri di stampa, inchiostri, cromie, pressione di stampa) prodotte dalle differenti macchine tipografiche utilizzate, unita ad una discreta esperienza, permettono spesso la corretta attribuzione alla giusta tiratura.

Dall’esame di migliaia di fogli giunti fino a noi si sono notate numerose varietà di soprastampa. Alcune di queste provengono da difetti della tavola matrice e si ritrovano pressochè identiche in tutte le tirature (pur variando le caratteristiche di stampa, pressione ed inchiostri): sono le posizioni caratteristiche primarie. Altre sono dovute ad imperfezioni delle singole tavole di stampa (cliché), avvenute durante la loro creazione per duplicazione dalla tavola matrice e si ritrovano in tutte le provviste (1) di fogli da loro soprastampati: sono le posizioni caratteristiche che differenziano le sei tirature. Altre varietà ancora sono dovute al degrado delle tavole di stampa stesse (cliché), delle macchine e dei materiali utilizzati. Queste ultime, a cui si devono aggiungere le numerose varietà di soprastampa non costanti, dovute a difetti di inchiostrazione momentanea o a inconvenienti di vario genere che si sono manifestati durante i lavori, si ritrovano solo in una parte della tiratura prodotta da ogni singola tipografia.

L'insieme delle provviste (1) che presentano varietà comuni, seppur con alcune eventuali piccole differenze di inchiostrazione, cromia e pressione di stampa, costituiscono la tiratura prodotta da una tipografia con la stessa tavola di stampa o cliché.

La soprastampa di alcuni fogli doppi (duecento esemplari per i valori ordinari e cento per gli espressi) venne eseguita in un solo tempo mediante assemblaggio di due differenti clichè (per le tipografie che ricevettero piu' di una tavola di stampa) oppure con un solo clichè in due tempi con due successive passate in macchina.

Poiche' l’inchiostro del fondo, (quello della vignetta del francobollo) applicato molto tempo prima, tendeva a “rifiutare” quello della soprastampa per il nero venne impiegato un inchiostro speciale (all’epoca denominato “nero per stampa”) adatto allo scopo. Questo inconveniente rese necessario, molto spesso, il ricorrere ad una maggior pressione della stampa e della quantità di inchiostro, due elementi altrettanto significativi per l’individuazione delle differenti tirature.

Nella figura sottostante viene rappresentata la terminologia in uso nella descrizione delle caratteristiche della soprastampa del “fascio”.



Classificazione delle tirature e delle tavole conosciute

Numerose pubblicazioni, pur concordando sulle sei tirature universalmente adottate, discordano sulla classificazione e sul numero di tavole di stampa (altrimenti definiti clichè di stampa) utilizzate a tale scopo.

La classificazione da noi adottata per le differenti tavole di stampa, di seguito riprodotta in forma "tabellare", viene riferita esclusivamente alla presenza delle posizioni caratteristiche di tavola e la loro evoluzione nelle provviste (1) di fogli soprastampati, prescindendo da altre metodologie quali differenziazione per minima dimensione della soprastampa stessa e/o ipotesi dovute al rifacimento di nuove tavole di stampa in ragione dell'alto numero di fogli soprastampati.

D'altro canto, non potendo più intervistare gli addetti alle operazioni di stampa, nè visionare le differenti macchine tipografiche, ogni ipotesi rimane tale.



Verona Roma Firenze Genova Torino Milano
Tavole del 25c. e 75c. 2 Tavole:
Nota 1
Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica
Tavole del 50c. 2 Tavole:
Nota 2
Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica
Tavole del 30c. e 1,25l. 3 Tavole:
Nota 3
Tavola Unica 2 Tavole:
Nota 4
Tavola Unica Tavola Unica Non si conoscono valori soprastampati a Milano.
Tavole Espressi Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica Tavola Unica
utilizzata solo per 1,25l.
Nota 1 :
Verona I:
tavola che contiene le posizioni 3: E di Sociale con barretta superiore orizzontale assottigliata o mancante; 44: punto sopra la prima B di Repubblica.
Verona II: tavola che contiene le posizioni 36: linea a destra parallela al fusto; 55: cerchietto o pallino aderente al fusto a sinistra.
Nota 2 :
Verona I:
tavola che contiene le posizioni 27: macchia a forma d'accento sopra la E di Sociale; 35: asta verticale della P di Repubblica più corta che termina a cuneo.
Verona II: tavola che contiene le posizioni 75: T ed A di Italiana con falle nel corpo delle lettere; 93: I di Sociale con falla in basso assomigliante ad un punto esclamativo.
Nota 3 :
Verona I:
tavola che contiene le posizioni 19: manca il codolo della scure; 73: mancanza di colore "foro" nel fusto in basso.
Verona II: tavola che contiene le posizioni 78: macchia sopra la curvatura superiore del nastro destro; 100: "fascio grosso": tutta l'impronta del fascio e i nastri sono più grossi. Il nastro di sinistra è troncato dopo la curvatura superiore.
Verona III: tavola simile a quella di Genova che contiene le posizioni 26: manca il codolo della scure; 55: bastone troncato all'estremità, quasi mancante.
Nota 4 :
Firenze I:
tavola che contiene le posizioni 4: corpo del fascio appena più largo e scure tozza, ricorda vagamente il "fasci grosso" di Verona; 91: nastro sinistro deformato e filiforme; scure più piccola con inflessione.
Firenze II: tavola che contiene le posizioni 15: macchia nello spigolo destro del fusto, sotto vicino al bastone; 91: nastro sinistro prima rotto, poi mancante totalmente nelle provviste successive.


Questa classificazione, che può apparire più semplicistica e meno accurata rispetto ad altre note pubblicazioni sull'argomento, rispetta invece l'attenta valutazione delle posizioni caratteristiche contenute nelle numerosissime provviste di fogli delle differenti tirature; essa è basata sui semplici concetti di seguito esposti.

Per una determinata tiratura, quando vi sono due o più tavole di stampa esse differiscono notevolmente fra loro, con molte varietà in posizioni caratteristiche differenti (si prenda ad esempio le differenti tavole della tiratura di Verona).

Partendo dal concetto appena esposto, si può affermare che due fogli soprastampati appartenenti alla medesima tiratura, che presentano invece le stesse posizioni caratteristiche o la gran parte di esse, seppur con differenza di pressione, inchiostro o altre caratteristiche di stampa dovute al differente uso di macchine tipografiche, non possano che provenire da una medesima unica tavola di stampa. Le piccole differenze fra loro sono altresì spiegabili introducendo il concetto di provvista di fogli: un numero di fogli soprastampato in un ristretto arco temporale con la stessa tavola, la stessa macchina e caratteristiche di lavorazione omogenee. Cambiando macchina, mescola d'inchiostro ed altre caratteristiche di lavorazione, seppur utilizzando la stessa tavola di stampa (clichè) i fogli soprastampati risulteranno leggermente differenti (nuove provviste di fogli) seppur tutti appartenenti alla medesima tiratura, effettuata con la stessa tavola di stampa.

Dall'osservazione di molti fogli doppi da 200 esemplari, 100 per gli espressi, che riportano le medesime posizioni caratteristiche in ogni foglio, si evince che le operazioni di soprastampa in molte tipografie furono eseguite mediante il “doppio passaggio in macchina” avvenuto in tempi successivi. Questo accadde sicuramente a Genova, Torino e Milano, confermando l'ipotesi di una sola tavola di stampa ed in alcuni casi anche nelle restanti tipografie. Laddove furono usate due o più tavole di stampa (per esempio a Verona) si ritrovano molteplici combinazioni di tavole sui doppi fogli.

In conclusione, possiamo affermare che alcune differenze nelle varie provviste di fogli soprastampati di una medesima tiratura sono normali, senza dover necessariamente pensare all'utilizzo di differenti tavole di stampa, se non nei casi di palese diversità della totalità o quasi delle posizioni caratteristiche di tali provviste.  

La vastissima tiratura di Roma ricalca perfettamente lo scenario presentato: unicità di tavole di stampa utilizzate in un arco temporale assai lungo, con caratteristiche di stampa e macchine diverse, che hanno dato luogo a numerose differenti provviste. Le varietà “Repubplica” al posto di “Repubblica” e “bastone spezzato” per gli espressi, che verranno esaminate nei successivi capitoli, rientrano anch'esse nella casistica presentata.

 

Uso postale dell’intera emissione “fascetti”

 

Dall'analisi e lo studio dei numerosi documenti postali, tutti regolarmente viaggiati, si ricava il grafico generale dell'utilizzo dell'intera emissione “fascetti” dal 23 gennaio 1944 al 2 maggio 1945, ultimo giorno di vita della Repubblica Sociale Italiana.

E' interessante notare come l'utilizzo sia concentrato nei primi mesi del 1944 (85% entro settembre ed addirittura il 95% entro il mese di dicembre 1944). Gli usi nel secondo periodo tariffario, dal 1° ottobre 1944 e nel 1945 sono dunque più limitati.

L’utilizzo del 50 centesimi diminuisce progressivamente con il passare dei mesi, per divenire addirittura occasionale e raro se utilizzato dopo i primi mesi del 1945, probabilmente per il forte consumo delle scorte avendo rappresentato fino al 30 settembre 1944 la tassa di primo porto della lettera semplice.

Gia' a partire dagli ultimi giorni di aprile 1945 gran parte delle province del Nord furono sottoposte al controllo delle Autorita' Alleate. Il processo di unificazione inizio' il 16 giugno e dal 1 luglio 1945 il Governo Alleato autorizzo' l'estensione nelle province del Nord delle tariffe postali dell'Amministrazione di Roma. Le emissioni soprastampate rimasero in vigore solo nelle regioni del Nord-Est Italia dove vennero messe fuori corso in tempi e modalita' differenti dai vari Governi Militari Alleati Regionali.

 



Grafico di utilizzo temporale dell’intera emissione soprastampata “fascetti”

 

Nei mesi seguenti di maggio, giugno e luglio 1945 la percentuale rimane costante al valore di 0,2, poi decresce ulteriormente.

 

 

Analisi generale delle tirature e cenni di storia postale

 

Tiratura di Verona

Le operazioni per soprastampare i cinque valori di posta ordinaria ed i due valori degli espressi furono eseguite presso la tipografia Chiamenti.
Sempre a Verona vennero soprastampati col fascio in rosso tipo “c”, forse per erronea interpretazione delle disposizioni ministeriali, anche 10.000 esemplari del 25 centesimi e con la soprastampa di tipo “a” un certo numero di fogli del valore da 20 centesimi recante l’effige dell’Imperatore Giulio Cesare.
Per evitare speculazioni sulle emissioni del valore da 50 lire e dei valori di propaganda di guerra emessi a Firenze ed a Roma (limitatamente ai valori di propaganda per Roma), il Ministero fece eseguire a Verona, nel mese di luglio, una nuova tiratura del 50 lire e dei valori di propaganda, ufficializzandone la soprastampa con il decreto ministeriale del 29 luglio 1944.
La tiratura di Verona comprende anche numerose “prove” e “saggi” oltre che errori e varietà di stampa (soprastampe capovolte, doppie, triple, scambi di soprastampa e soprastampe su valori senza l'effige reale) che quasi sempre sono di natura filatelica.
La tiratura di Verona fu generalmente eseguita con pressione di stampa correttamente applicata; è normalmente pulita e curata e risulta sicuramente la soprastampa effettuata con maggior precisione e miglior risultato fra le sei differenti tirature.
L’inchiostrazione è omogenea e corretta e forma un velo di colore uniforme. Gli inchiostri di questa tiratura, sia neri che rossi, opachi o lucidi, sono più fluidi e coprenti di quelli della tiratura romana; per gli inchiostri rossi tutti i cromatismi tipici di queste emissioni sono presenti: dall’arancio al vermiglio, al rosso in tutte le sue tonalità, per arrivare ai bruni fino al cosiddetto color “fegato”: un color bruno violaceo scuro, tipico di questa tiratura.
Alla lampada di Wood i rossi di Verona, ad esclusione delle tinte aranciate, appaiono più scuri rispetto alla tiratura di Roma: di un bel colore rosso bruno.
Alcuni fogli mostrano un inchiostro molto denso ottenuto aggiungendo alla mescola delle “biacche” (bianco coprente). Questa tecnica fu utilizzata per prova su pochissimi fogli e solo nelle prime tirature. Anche le altre tipografie, ad eccezione di quella genovese, utilizzarono tale tecnica. I valori in circolazione, normalmente isolati ed allo stato di usati (non sono mai stati ritrovati fogli interi o blocchi), sono poco comuni per la tiratura di Verona, decisamente rari per le altre tirature ad esclusione di quella di Firenze.
Non è nota una data ufficiale di emissione: i primi documenti viaggiati, spesso di carattere filatelico, recano date comprese fra il 20 ed il 24 gennaio 1944. Il normale uso postale decorre dal 23 gennaio nel circondario di Verona e in alcuni centri della Venezia Giulia, seguono alcune province della Lombardia e dell’Emilia Romagna. I valori della tiratura di Verona vennero distribuiti in tutto il territorio dell’Italia del Nord quasi contemporaneamente alla tiratura di Roma.

Di seguito è illustrata la mappa con l’utilizzo postale della tiratura di Verona.

 




L’emissione di Verona, numerosa per tiratura, è seconda solo a quella di Roma e per alcuni valori quali il 75 centesimi e l'1,25 lire decisamente più modesta di quest’ultima. Le due tirature comprendono oltre l’80 % di tutta l’emissione soprastampata “fascetti”.
E' interessante notare come le provviste del 1,25 lire in rosso arancio vennero quasi totalmente distribuite nelle Direzioni di Milano, Como e Varese: tutti i documenti postali ed i valori usati recano timbri di queste province con date decorrenti da aprile 1944.

Tiratura di Roma

Le operazioni tipografiche per soprastampare i cinque valori di posta ordinaria ed i due espressi furono eseguite presso il Poligrafico dello Stato.
Per Roma si conoscono alcune varietà ed errori, ma in misura decisamente inferiore a quella delle altre tirature. Furono soprastampati anche i valori di propaganda di guerra ed alcuni fogli del 50 lire considerati come “prove di soprastampa”.
La tiratura di Roma è generalmente caratterizzata da una notevole pressione di stampa, spesso ben evidente al verso, che ha creato un bordo marcato, seguito da una linea più povera d’inchiostro a destra, lungo il fascio, sia nelle soprastampe con inchiostro nero, che in quelle con inchiostro rosso. Ulteriore effetto della notevole pressione di stampa, più evidente nei fogli dei valori da 25 e 75 centesimi, è la fuoriuscita d’inchiostro in alto alla sinistra del fascio, che ne fa assumere a volte la cosiddetta forma “trapezoidale”.
I caratteri della dicitura e i nastri dei fasci (corti e smussati) sono fra i più imperfetti delle varie tirature.
Gli inchiostri sono normalmente scarsi, opachi e grumosi, in genere secchi e poco coprenti. A forte ingrandimento essi presentano una colorazione non omogenea, povera d’inchiostro, con screpolature e separazione fra le zone di colore e le “parti bianche” del fondo non inchiostrato.
Gli inchiostri rossi, alla lampada di Wood, risultano di tonalità rosacea, decisamente più chiari se paragonati alla tiratura di Verona. Alla luce naturale gli stessi assumono le tonalità dal rosaceo al rosso vermiglione fino al rosso carminio cupo, mattone, addirittura violaceo in alcune soprastampe del valore da 1,25 lire per espressi.
Comparata alla tiratura di Verona, quella di Roma ha maggior pressione, scarsa e non omogenea inchiostratura, grande imperfezione nei caratteri delle scritte.
I primi documenti viaggiati per posta, di probabile matrice filatelica, recano la data del 23 gennaio 1944 e fino alla fine del mese sono abbastanza rari: il normale uso postale decorre invece dall'inizio di febbraio nella Capitale e progressivamente, a partire dalla seconda decade del mese, nel resto del territorio della R.S.I. Nella terza decade di febbraio l’uso postale della tiratura di Roma si manifesta anche in Liguria e Piemonte, dove però era stata preceduta dalle tirature locali.
L’emissione di Roma, la più comune e diffusa, risulta distribuita in modo omogeneo e progressivo presso tutte le Direzioni provinciali repubblicane.
I sette valori non risultano invece mai distribuiti nelle province a sud di Roma, vale a dire in quelle di Littoria (Latina) e Frosinone (si conosce un'unica raccomandata in partenza da Anagni in data 3 maggio 1944).

Di seguito è illustrata la mappa con l’utilizzo postale della tiratura di Roma.

 



 

Tiratura di Firenze

A Firenze, presso la tipografia P. Valgiusti vennero soprastampati i cinque valori di posta ordinaria ed i due espressi e, con iniziativa autonoma, anche un limitato quantitativo del 50 lire della serie Imperiale.
Con gli stessi impianti utilizzati per i francobolli ordinari da 25, 30 e 50 centesimi venne soprastampato anche un limitato quantitativo di fogli dei valori di propaganda di guerra che presentano pertanto la stessa soprastampa sia sull'effige che sulla vignetta di propaganda.
Anche per Firenze si conoscono alcune varietà ed errori.
La tiratura di Firenze presenta delle caratteristiche generali di stampa abbastanza scadenti, con pressione che varia da moderata a forte; quest'ultima è spesso irregolare: per i valori da 25 e 75 centesimi si nota la maggiore pressione della dicitura rispetto al fascio, oppure la forte pressione solo nella parte destra, finale della scritta; per i valori da 30 centesimi e da 1,25 lire si nota l’irregolarità della pressione nella testa del fascio e dei nastri, che appaiono in rilievo rispetto al fusto, quando osservati dalla parte della gomma. Caratteristica distintiva della tiratura e' spesso il riporto di inchiostro (bordino ed a volte accumulo) nella parte superiore dei nastri e nell’incavo superiore fra la scure e la picca.
Anche gli inchiostri variano notevolmente per qualità e fluidità passando da scarsi e magri ad inchiostri pastosi, quasi oleosi.
Il valore da 50 centesimi esiste solo con soprastampa color carminio lillaceo, pur nelle varie tonalità, con inchiostro contenente “biacca” che, oltre a renderne tipica la colorazione, origina dei caratteri molto spessi e grumosi, così pasticciati da renderli a volte illeggibili.
Anche i valori da 30 centesimi e da 1,25 lire di posta ordinaria ed espressi hanno avuto una tiratura iniziale con inchiostro “biaccato”. Queste tirature, poco comuni perché decisamente più limitate rispetto a quelle color rosso senza “biacca”, precedono cronologicamente queste ultime. Non è semplice distinguere queste tirature di Firenze da quelle contenenti “biacca” soprastampate in numero molto piu' limitato nelle altre Direzioni Postali.
Le provviste di fogli con i valori dell’espresso appaiono più curate e meglio eseguite, con la giusta pressione. L’inchiostro utilizzato per il valore da 2,50 lire è spesso molto denso e color nero fumo; in alcune tavole si notano le impronte digitali che sporcano il foglio lasciate dagli addetti ai lavori.  
Il normale utilizzo postale della tiratura di Firenze avviene negli ultimi giorni del mese di gennaio: sono infatti note alcune corrispondenze con date dal 27 al 31 gennaio. Più frequenti, seppure non comuni, sono quelle della prima decade di febbraio. L’uso di questa tiratura è concentrato tra febbraio e maggio del 1944, per poi esaurirsi completamente fra luglio ed agosto a causa delle operazioni militari: quasi tutte le province toscane caddero in mano alleata fra il 20 luglio ed il 10 agosto, presa di Firenze.
Alcuni utilizzi nei mesi di ottobre e novembre si riferiscono ad oggetti postali inoltrati dalla provincia di La Spezia, caduta in mano alleata nel mese d’aprile 1945. L’area di distribuzione della tiratura di Firenze è circoscritta alle Direzioni provinciali toscane più la provincia di La Spezia e di Perugia, dove venne utilizzato sicuramente il valore da 25 centesimi.

Di seguito è illustrata la mappa con l’utilizzo postale della tiratura di Firenze.  

 



 

Tiratura di Genova

Le operazioni tipografiche relative alla tiratura di Genova furono eseguite presso la tipografia Marini; il quantitativo di fogli soprastampato non è elevato, rendendo questa tiratura la più rara e di minor utilizzo postale fra le sei.  Particolare risalto va attribuito al valore da 75 centesimi, francobollo assai raro. Probabilmente non fu mai distribuito alle poste.
La tiratura di Genova comprende numerose “prove” e “saggi” oltre che errori e varietà di stampa (soprastampe capovolte, doppie, triple, scambi di soprastampa ed altre) che quasi sempre sono di natura filatelica. Fra tutte annoveriamo il valore per espressi da 1,25 lire con soprastampa in nero anziché in rosso, il valore da 25 centesimi con la soprastampa con la sola scritta “Repubblica Sociale Italiana”, nonché i valori di propaganda di guerra con la soprastampa per gli espressi.
La tiratura di Genova presenta delle caratteristiche generali di stampa non omogenee, a volte sono curate con un buon dettaglio dei particolari: i caratteri sono esili e sottili, le lettere della dicitura ben delineate, difficilmente smussate od arrotondate, con angoli vivi; altre volte tali caratteristiche sono meno evidenti.
La pressione è generalmente bassa e spesso irregolarmente distribuita nel foglio.
Gli inchiostri neri sono generalmente scarsi e magri, a volte grumosi. Esistono però dei fogli con inchiostri più grassi e fluidi. L’inchiostro nero, se guardato a forte ingrandimento con la fonte di luce dietro il francobollo, mostra leggeri riflessi color verde bluastro. Gli inchiostri rossi, normalmente fluidi, a volte anche intensi, più magri sul valore da 1,25 lire, riportano spesso il caratteristico “bordino” di colore con accumulo d’inchiostro che contorna parzialmente la parte sinistra del fascio e superiormente i nastri. Molte provviste di fogli presentano molte macchioline d’inchiostro sparse un po’ ovunque, ma ripetitive nella tiratura. I fogli con i valori da 25 e 75 centesimi mostrano le impressioni tipografiche di linee e riquadri, prevalentemente nella fila superiore del foglio (posizioni da 1 a 10), caratteristica inconfondibile della tiratura genovese.
Alla lampada di Wood le soprastampe rosse presentano una particolare brillantezza con tonalità rosata o aranciata, tipica per il valore da 30 centesimi, quasi fluorescente.
I documenti postali di questa tiratura riportanti l’intera serie e risalenti alle prime date d’uso sono più limitati. Il normale uso postale inizia dalla seconda decade di febbraio 1944: la prima data d’uso da noi conosciuta è l'8 febbraio 1944. L’area di distribuzione risulta limitata alle quattro Direzioni provinciali della Liguria e di Apuania (oggi Massa Carrara). La tiratura di Genova, presente sul territorio ligure insieme alle più consistenti tirature di Roma e Verona, ebbe un utilizzo postale concomitante e concentrato nel periodo dal febbraio al giugno 1944, per poi scemare ad utilizzi bassissimi e occasionali.
Su documenti regolarmente viaggiati è piuttosto raro il valore da 2,50 lire, rarissimo il 75 centesimi.

Di seguito è illustrata la mappa con l’utilizzo postale della tiratura di Genova.  

 


 

Tiratura di Torino

Le operazioni di soprastampa della tiratura di Torino avvennero probabilmente presso la tipografia Dragonero.
Numerosi gli errori e varietà di stampa (soprastampe doppie, triple, scambi di soprastampa, decalchi e capovolte), che quasi sempre sono di natura filatelica.
Particolare risalto va attribuito al valore da 2,50 lire per espressi, il francobollo più raro tra i soprastampati di questa serie.
La pressione di stampa è normalmente bassissima o nulla.
Le diciture presentano moltissime lettere rotte, corte o deformate, caratteristica tipica della tiratura, che permette agevolmente il ritrovamento delle molte varietà presenti. Una parte della tiratura presenta un’evanescenza della scritta “Repubblica Sociale Italiana”, o di parte di essa, normalmente nell’ultima fila in basso (posizioni dal 91 al 100) per la soprastampa di tipo “a” e nella seconda fila (posizioni dal 11 al 20) per la soprastampa di tipo “b”.
Gli inchiostri neri variano da fluidi e poco coprenti a tirature con inchiostri molto corposi, color nero fumo, molto coprente. I rossi sono normalmente fluidi ed acquosi, poco coprenti, con tinte che variano dall'aranciato al vermiglio, fino al rosso. E’ nota, seppur non comune, una colorazione rosa lillaceo cremoso; anche una prima tiratura con soprastampa “a rilievo” contenente “biacca”: è particolarmente rara per la tiratura di Torino.
Alla lampada di Wood gli inchiostri torinesi assumono una colorazione bruno molto scuro, la tinta più scura fra quelle osservate per i valori da 30 centesimi ed 1,25 lire. 
Alcune provviste di valori da 30 centesimi ed 1,25 lire, espressi compresi, presentano quasi una doppia soprastampa sotto forma di minuti puntini di colore, tipo “perline”, che contornano un lato dell’impressione, a volte i nastri e le scuri: e' una caratteristica distintiva della tiratura.
La prima data d’uso da noi conosciuta è l'8 febbraio 1944.
Anche la tiratura di Torino ebbe un utilizzo postale concomitante con le più consistenti tirature di Verona e di Roma e concentrato nel periodo dal febbraio al giugno 1944 per poi scemare gradualmente ad utilizzi decisamente più limitati.
L’area di utilizzo della tiratura di Torino è limitata alla Valle d’Aosta ed al Piemonte, dove non risulta utilizzata nella provincia di Novara, allora postalmente dipendente da Milano. Sono noti usi sporadici in alcune province della Liguria.
Rispetto alla tiratura genovese, l'utilizzo di quella torinese è leggermente più dilatato e l’esaurimento avviene in tempi più lunghi; forse perché oltre a quantitativi superiori soprastampati (circa il doppio di quelli genovesi) la distribuzione avvenne in un territorio geograficamente più vasto.
Il 2,50 lire espresso usato su corrispondenza viaggiata è rarissimo. Sono noti un solo valore con soprastampa diritta ed alcuni con la soprastampa capovolta usati su busta filatelica.

Di seguito è illustrata la mappa con l’utilizzo postale della tiratura di Torino.  

 


 

Tiratura di Milano

 

Ancora oggi, nonostante approfondite ricerche effettuate a Milano, non si conosce quale tipografia abbia eseguito le operazioni di stampa, che furono limitate ai valori da 25, 50 e 75 centesimi, più l'espresso da 1,25 lire.
Per Milano si conoscono alcune varietà ed errori, seppur in misura inferiore alle altre tirature. Frequenti i decalchi.
La pressione di stampa varia da normale a moderata, ma è spesso irregolare.
Le soprastampe milanesi sono normalmente poco curate: le teste dei fasci confuse e mal delineate, la dicitura con i caratteri “allargati” ed “arrotondati”, con le basi delle lettere unite dall’inchiostro debordante. Le estremità dei nastri finiscono spesso “arricciati” (sopratutto il destro) con abbondanti bordature d’inchiostro.
Gli inchiostri neri sono poco coprenti, molto fluidi, quasi diluiti da sembrare acquosi nel corpo delle lettere stesse. Le soprastampe rosse sono ancor più facilmente identificabili perché presentano un’inchiostratura fluida, ma corposa e carica, con il colore che tende ad espandersi attorno al corpo delle lettere. Le cromie variano dal vermiglio al rosso cupo, più raramente color bruno.
Alla lampada di Wood le soprastampe rosse appaiono molto scure, con una tonalità di bruno intermedio fra le soprastampe di Verona e quelle scurissime di Torino.
Per le caratteristiche citate le soprastampe di Milano sono normalmente ben riconoscibili e fra le più distinguibili.
L'utilizzo postale inizia nei primi giorni di febbraio, in concomitanza con le più consistenti tirature di Roma e Verona. Anche la tiratura di Milano ha avuto un utilizzo postale concentrato dal mese di febbraio al giugno del 1944, per poi scemare gradualmente. La prima data d’uso da noi conosciuta è il 5 febbraio 1944.
L’area di diffusione, abbastanza vasta, comprende oltre alla Lombardia anche le province di Novara e Vercelli, allora postalmente dipendenti da Milano. Risulta utilizzata anche in tutta l'Emilia Romagna, Trento e provincia e nelle città di Torino ed Alessandria. Alcuni utilizzi, non sporadici, sono stati riscontrati anche a Trieste e in Liguria.

 

Di seguito è illustrata la mappa con l’utilizzo postale della tiratura di Milano.  


 



Informazioni ed immagini tratte dal libro di Luigi Sirotti "La Repubblica Sociale Italiana: I servizi di posta civile nel territorio Metropolitano", seconda edizione, edito dalla A.I.C.P.M (Associazione Italiana Collezionisti Posta Militare)